La nostra atmosfera influisce molto negativamente sulla luce che la attraversa, tra le caratteristiche forse più famose c’è quello che noi comunemente chiamiamo Seeing e che molte volte ha un effetto negativo sulle riprese in alta risoluzione, ma, forse meno conosciuta ed anche meno considerata come fonte di disturbo, esiste un'altra caratteristica dell’atmosfera che appunto si chiama Dispersione. La dispersione agisce come un prisma che scompone la luce nel suo spettro di colori, questa è maggiormente percepibile quando l’oggetto che si tenta di riprendere è ad un altezza inferiore ai 30° ed i sui effetti saranno maggiori quanto più grande è il diametro del telescopio che si usa, quindi la domanda che sorge è: Come possiamo contrastare questo fenomeno? , dobbiamo però fare una distinzione tra camere monocromatiche e quelle a colori.
Con le camere monocromatiche l’effetto della dispersione è sicuramente minore, causa l’utilizzo di filtri passa banda, i classici RGB, ma appunto è minore ma non esente, mentre con le camere a colori il processo di mitigamento dei filtri non c’è ed il disturbo è visibile in tutta la sua interezza, quindi nel nostro continente dove i pianeti superano raramente i 60° di altezza ci ritroveremo a combattere molto spesso con questo fenomeno.
La soluzione più efficace è un dispositivo che viene chiamato “correttore di dispersione” questo tramite l’utilizzo di due prismi ( nei modelli attualmente in commercio ) corregge il fenomeno, tale soluzione è stata adottata già dal famoso astronomo Airy che utilizzava alcuni prismi per migliorare la visuale del suo telescopio.
Per esperienza diretta posso affermare con certezza che tali strumenti aumentano il contrasto e la secchezza dell’immagine in fase di ripresa ed ad oggi è uno strumento a cui non so rinunciare.
Questi sono i principali modelli in commercio: